Il dado è tratto

Come riprendere (e bene) sott'acqua con lo smartphone
29 Febbraio 2024

La mia esperienza come video maker subacqueo (amatoriale) è iniziata con una Gopro Hero 2 nel lontano 2012, e già nell’ambiente del video, ci si stupiva di come una “macchinetta” così piccola potesse fare delle immagini del genere, ma al contempo i puristi della video ripresa storcevano parecchio il naso e snobbavano il fenomeno.

Questa grande rivoluzione ha portato un sacco di subacquei a volere portare in superficie dei ricordi video in HD delle proprie immersioni, cosa che prima dell’avvento della secondogenita della nota casa californiana era piuttosto proibitivo e costoso. Siccome lavoro nell’ambiente delle produzioni televisive e la videoripresa non è solo un mestiere ma anche una passione, farsi venire l’acquolina in bocca e desiderare di upgradare (si dice così no?) la mia attrezzatura video passando a qualcosa di “più professionale” è stato piuttosto naturale. Premetto che il termine “professionale” a mio avviso non implica necessariamente una migliore qualità assoluta della immagine prodotta, ma la possibilità di agire in maniera manuale su tutti i parametri di scena e quindi decidere in autonomia, non lasciando agli automatismi della camera il sopravvento. Quindi per la mia stessa definizione, la Gopro non poteva rientrare in quella categoria. Detto ciò, mi sono buttato sull’altro caposaldo del video dell’era moderna…la Canon 5D MKII…grande, grandissima camera; e con essa mi sono affidato agli amici della Easydive per scafandrarla. Passano gli anni e cambiano le camere, mandata a malincuore in pensione la 5D, sono passato alla EOS-R, passando anche per la 60D che usavo prevalentemente per la macro, visto che era una APSC e il mio obiettivo Sigma, aveva una resa in ingrandimento molto superiore. Era il 2017 e poco prima di scendere per l’ennesima volta in mar rosso, configuro la mia fedele Leo3 per la nuova camera.

Finalmente riprese a 4K!!!! Uno spettacolo, mille mila megapixel per una camera straordinaria con un unico difetto, un evidente rolling shutter, ma tant’è. Sott’acqua il fenomeno era poco o nulla evidente in quanto la si usava con dei grandangoli estremi e con delle riprese abbastanza morbide. Ma il tempo passa anche per questa gloriosa camera, capostipite della serie R.

5 anni sono tanti, troppi per dei prodotti tecnologici al giorno d’oggi. E così mi trovo davanti ad un dilemma, mi dico “ma perché cambiare, va pur ancora bene la tua Canon” e in questo momento della nostra (e mia) economia, mi sembrava decisamente fuori luogo investire alcune migliaia di euro in una nuova macchina. Per questioni di lavoro però, vengo a contatto con la necessità da parte di alcuni clienti di avere dei video verticali, immediatamente fruibili per i social, e per alcuni componenti della redazione giornalistica, di fare “live” veloci e qualitative allo stesso tempo, con dei cellulari, non avendo il supporto di tecnici e costose ed ingombranti attrezzature di ripresa e trasmissione, perché oggi quello che conta nell’informazione è la rapidità…

Mi guardo in giro e faccio delle ricerche. I Samsung hanno delle fotocamere pazzesche, ma come quasi tutti gli smartphone con OS Android, non hanno la possibilità di registrare immagini a frame rate fisso a 25 fps, cosa piuttosto grave, non tanto per una eventuale “live” ma quanto per il successivo montaggio, che inevitabilmente si porta dietro quel fastidioso e decisamente brutto “saltello” di conversione da 29,97 (30) fps a 25 fps.

E poi il codec…con l’avvento dei codec ad alta efficienza, gli HEVC, si è pensato molto al risparmio di dati sul supporto di registrazione, ma poco al povero montatore, che ad oggi, anche disponendo di una macchina con processore i9, montare con gli HEVC può comportare diversi grattacapi in termini di fluidità, specie quando si tratta di montaggi complessi. Va sicuramente meglio la nuova serie di processori M2 della casa di Cupertino (Apple) che hanno delle istruzioni specifiche per codifica e decodifica dell’HEVC.

Mi informo un po’ e scopro che Apple ha implementato negli ultimi modelli di iPhone, la registrazione in Prores, il contenitore nativo di Apple in tutte le sue declinazioni, 8 bit, 10 bit, Log e HDR, 422HQ, LT e Proxy, ma con una limitazione nella registrazione “on board” sulla memoria del telefono al 1080p. Sulla app nativa, è infatti possibile registrare in UHD (Prores) solo su un supporto esterno, visto che la “mela” ha finalmente implementato anche la USB C…top! Rimarrebbe una unica limitazione: in custodia aggiungere l’HD esterno potrebbe essere piuttosto complicato e quindi temo di rimanere col cerino in mano. Mi scofano ore di video tutorial e forum, e scopro che la Blackmagic ha distribuito una app che consente non solo il controllo (quasi) completo dei parametri della camera, ma sblocca la registrazione in Prores UHD anche sulla memoria della telefono…bingo!

Chiamo Fabio Benvenuti della Easydive e gli dico che vorrei iniziare ad utilizzare lo smartphone sott’acqua e lui mi risponde “era ora!” e così mi prepara una Leo Smart.

La ritiro, e dopo un breve training sull’utilizzo in azienda, la porto a casa e la metto in valigia, pronto per il viaggio in Francia a caccia di miniere. Il risultato lo avete visto nei giorni scorsi pubblicato sul mio profilo Facebook e sul mio canale Youtube. Non è sicuramente tutto oro quel che riluce, il telefono, è pur sempre un telefono con tutte le limitazioni “ottiche” del caso. La custodia inoltre, come peraltro tutte quelle delle action-cam in commercio, ha un oblò piano con tutto quello che si porta dietro, cioè una importante riduzione del FOV (field of view) di circa 1/3 e quindi il generoso grandangolo della camera 0,5x (13 mm equivalenti) si riduce ad un FOV circa 90°, ma alcune custodie (non la Easydive, al momento) permettono il montaggio di grandangolari esterni.

La custodia inoltre, per rimanere operativa fino a 150 metri al contrario delle “concorrenti” che a 40 gettano la spugna, necessita della connessione bluetooth col telefono, che riporta l’assist touch alle frecce presenti sulla pulsantiera della camera, in maniera da poter utilizzare la app che abbiamo scelto per registrare. La Easydive fornisce una app nativa “generica” che si manovra direttamente dai pulsanti senza ausilio di assist touch, ma essendo appunto generica, non permette la registrazione a 25 fps in quanto compatibile anche coi dispositivi android, che come visto prima non consentono tale formato. Per gli utenti “pro” che vogliono registrare in Log, la app BM offre la possibilità di inserire la LUT di conversione a REC709 direttamente a display solo come assistenza, ma anche di inserirla anche direttamente in registrazione. Altra chicca “pro” è la registrazione contemporanea del file proxy, utile per un montaggio veloce sempre su Davinci Resolve.

Il voler usare questo dispositivo in maniera totalmente manuale può sembrare un paradosso, visto che uno dei vantaggi di riprendere con uno smartphone sott’acqua è proprio quello di non dover pensare a nulla se non premere il pulsante di registrazione, un po’ come avviene con le action-cam, ma il risultato che si può ottenere vale decisamente lo sbattimento.

So che sarà difficile vincere lo scetticismo che aleggia nei confronti di questo modo di riprendere in acqua, lo stesso che avevo io, che non ho ben capito ancora se ho fatto un passo avanti o uno indietro, di sicuro da ora in poi viaggerò più leggero, senza rinunciare ad una qualità di immagine discreta.

Pocket e Smart, stay tuned!

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